Odontoiatria conservativa

L’Odontoiatria Conservativa è una branca dell’odontoiatria restaurativa  che si occupa della cura dei denti  interessati da processi cariosi, delle procedure per l’eliminazione della carie e di quelle relative alla chiusura delle cavità risultanti dall’eliminazione dello smalto  e della dentina  cariata, tramite l’utilizzo di appositi materiali.

Le carie possono essere superficiali o profonde. Nel primo caso ci si limita ad asportare parte della dentina e dello smalto interessati dalla carie, otturando il dente con appositi materiali ( amalgama  d’ argento  o compositi). L’uso degli amalgami d’argento (a causa del contenuto in mercurio ) è stato sostituito ormai dai materiali compositi che per le loro caratteristiche adesive permettono una preparazione della cavità cariosa meno ampia rispetto all’uso dell’amalgama che richiedeva cavità dalle caratteristiche particolari perché fossero ritentive. Nelle carie profonde vi può essere un interessamento della polpa del dente , contenente anche le fibre nervose , e allora si ricorre alla cura canalare detta anche devitalizzazione .

Il termine conservativa indica l’obbiettivo di tali cure, cioè di conservare i denti altrimenti distrutti dalla carie.

L’orientamento moderno nell’Odontoiatria Conservativa è basato sul concetto di minima invasività, con la rimozione del solo tessuto cariato e la sua sostituzione con il materiale da restauro, che viene legato direttamente al tessuto sano. Negli ultimi anni l’odontoiatria conservativa si è orientata a favore dei compositi che necessitano di preparazioni meno invasive rispetto alle amalgame.

Classificazione anatomica dei processi cariosi Le classi cavitarie secondo Black

  • I classe: cavità situata a livello delle depressioni anatomiche dei denti; interessa cioè i solchi e le fossette nella superficie occlusale di premolari e molari, i forami ciechi a livello vestibolare o linguale dei molari e le fossette di incisivi e canini.
  • II classe: cavità della superficie interprossimale di premolari e molari.
  • III classe: cavità della superficie interprossimale di incisivi e canini, senza interessamento dell’angolo incisale.
  • IV classe: cavità della superficie interprossimale di incisivi e canini, con interessamento dell’angolo incisale.
  • V classe: cavità del terzo gengivale delle superfici vestibolari e linguali di tutti i denti.
  • VI classe: cavità del margine incisivo dei denti anteriori o sulle sommità delle cuspidi dei denti posteriori.

Isolamento del campo operatorio

In odontoiatria l’isolamento del campo operatorio viene effettuato tramite la diga di gomma, uno strumento indispensabile, soprattutto se si utilizzano tecniche adesive che tollerano ben poco la presenza della saliva.

La Diga di Gomma

La diga è un sottile foglio di gomma sul quale vengono fatti dei fori, attraverso i quali vengono fatti passare i denti da trattare; il foglio viene stabilizzato da uno o più uncini ed eventualmente da legature con del filo interdentale. Al di fuori del cavo orale, la diga è sostenuta da un arco metallico o plastico che la tiene tesa.

Strumenti

  • Foglio di gomma
  • Uncini
  • Arco di Young
  • Pinza fora-diga
  • Pinza per uncini
  • Filo interdentale

Vantaggi

  • Assenza di umidità
  • Accesso facilitato
  • Migliore visibilità
  • Sicurezza (il paziente non può ingerire sostanze tossiche o corpi estranei)
  • Comfort sia per l’operatore che per il paziente
  • Protezione dei tessuti molli (da traumi e da sostanze irritanti)

Che cosa sono i compositi dentali?

I compositi sono, come dice lo stesso nome, un miscuglio formato, nella misura del 15-30%, da diverse resine sintetiche (acrilati) e, nella misura del 70-85%, da particelle riempitive (quarzo, vetro e ceramiche) del diametro che va dai 2 nm (nm = nanometro = un miliardesimo di metro) a 100 µm (µm = micrometro = un milionesimo di metro).

I compositi dentali sono il materiale d’otturazione per antonomasia, che da molti anni viene utilizzato con ottimi risultati per otturare i denti anteriori ed ultimamente grazie ai continui progressi nello sviluppo dei compositi e dei sistemi adesivi, viene utilizzato ampiamente anche per i denti posteriori. Per questo motivo, la tecnica di otturazione con i compositi viene anche definita «tecnica di otturazione adesiva».

Come vengono applicati i compositi?

Inizialmente, i compositi sono plastici, ossia facilmente lavorabili, il che permette di inserirli nella cavità del dente con l’aiuto di piccoli strumenti. Una volta sistemato nella cavità del dente, il composito viene indurito irradiandolo con la luce blu e acquisisce caratteristiche simili a quelle dei denti. L’otturazione in composito aderisce alla sostanza dura del dente cosi da permetterne la riabilitazione sia funzionale che estetica..

L’adesivo che garantisce stabilità all’otturazione viene applicato sulla sostanza dura del dente prima che il composito venga inserito nella cavità. Esistono diversi sistemi adesivi, che si differenziano nel modo in cui vengono manipolati. Tutti i sistemi adesivi, comunque, fungono da collante tra la sostanza dura dei denti (dentina e smalto), che è idrofila e acquosa (quindi “ama” l’acqua), e il composito, che è invece idrofobo e idrorepellente.
A causa delle varie tappe necessarie per far sì che il composito aderisca alla sostanza dura dei denti, la realizzazione delle otturazioni in composito è impegnativa e richiede tempo. Dato che il composito e l’adesivo sono particolarmente sensibili all’umidità, il dentista deve adottare misure specifiche per mantenere asciutto il campo di lavoro.